Musei della Provincia di Varese

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Sede: Via Rocca Castello 2, 21021 Angera VA
Info: Il Museo della Bambola della Rocca di Angera, fondato nel 1988 per volere della Principessa Bona Borromeo Arese, espone oltre mille bambole realizzate a partire dal XVIII secolo fino ad oggi. Le bambole sono poste all’interno di vere e proprie case di bambola arredate e di negozi in miniatura; i materiali con cui sono state realizzate sono dei più svariati, tra cui legno, cera, cartapesta, porcellana e tessuto. Oltre ad una ricchissima esposizione di bambole d’epoca e contemporanee, grazie alla quale il Museo si colloca tra i più importanti d’Europa nel settore, è altresì possibile visitare una sezione dedicata ai giocattoli provenienti da culture extraeuropee e una collezione di automi francesi e tedeschi del XIX secolo proveniente dalla collezione Petit Muesée du Costume di Tours. Da segnalare “La Stanza del collezionista”, vera e propria ricostruzione di un tipico salotto francese, ricco di oggetti curiosi e rari, dipinti e sculture e la sezione riguardante la moda per l’infanzia, che ripercorre l’evoluzione e le tendenze per l’abbigliamento dei bambini fino a metà del secolo scorso.
Tel. 0331 931300
Sito web: www.isoleborromee.it/rocca-di-angera/#vedere

Sede: Via cardinal Branda, 21043 Castiglione Olona VA
Info: Il complesso della Collegiata si erge su un colle che sovrasta il borgo di Castiglione e che domina la sottostante valle dell’Olona: un luogo strategico per il controllo del territorio, che nel Medioevo si trovava in un’area di particolare importanza, tra Milano, Como e le Prealpi, all’interno della potente “giudicaria” – cioè area amministrativa – controllata dalla vicina Castelseprio, oggi Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La collina della Collegiata fu per questo, in origine, sede di un castello, più volte distrutto e ricostruito. Perse definitivamente la sua funzione militare quando il cardinale Branda Castiglioni, discendente della famiglia che da secoli controllava il borgo, ottenne il 7 gennaio 1422 da papa Martino V la Bolla di autorizzazione a costruire una nuova chiesa sulle rovine del castello. A ricordare l’antica funzione resta il massiccio portale d’ingresso, in cui sono ancora visibili le strutture che sostenevano il ponte levatoio, alcuni resti di mura e la dislocazione dei diversi edifici, riuniti intorno a un cortile centrale, che costituiva appunto l’antica corte castellana. Anche la posizione del Battistero, non collocato accanto alla chiesa, ricorda l’antica funzione: fu infatti costruito sfruttando i resti di un’antica torre angolare. Oltre alla Chiesa Collegiata e al Battistero, collegati dal lungo edificio della Canonica quattrocentesca, il complesso comprende una caffetteria, l’area di ingresso e una sala conferenze. E’ legata al complesso museale anche la Chiesa di Villa, splendido esempio di architettura rinascimentale legata al linguaggio fiorentino.
Tel. 0331 858903
Sito web: www.museocollegiata.it/

Sede: Via Trieste 24, 21030 Brinzio (VA)
Info: Nella splendida cornice naturale offerta dal Parco Regionale del Campo dei Fiori nelle Prealpi Varesine nasce il Museo della Cultura Rurale Prealpina, secondo criteri di salvaguardia, tutela e valorizzazione delle complesse relazioni, materiali e immateriali, che hanno identificato, e tuttora identificano, un endemico patrimonio etnico-culturale e paesaggistico.
Tel. 0332 435714
Sito web: www.museo.brinzio.va.it

Sede: Via del Chiostro 1/A, 21026 Gavirate VA
Info: Jean Marie Alberto Paronelli nasce il 21 Dicembre 1914 a Gavirate. A 18 anni, si reca a Londra dove impara a parlare e scrive correttamente Francese, Inglese, Tedesco e Spagnolo. Nella città londinese conosce l’arte della pipa, visitando con assiduità i negozi di Burlington Arcade. Diviene prima collezionista e poi consulente di altri appassionati collezionisti come lui. Inizia a lavorare per Leonida Rossi e apre un ufficio a Milano per la vendita delle Pipe Rossi. Nel 1945 decide di mettersi in proprio creando il marchio Paronelli. Inizia a disegnare e realizzare i suoi primi modelli per il mercato inglese. Nel 1970 con i suoi figli costituisce il Primo Museo Italiano della Pipa a Gavirate ( VA ) e fonda la rivista LA PIPA. Alberto è stato anche rettore dell' Accademia Italiana della Pipa e membro onorario di numerosi club sparsi in tutto il mondo. Credeva soprattutto nell’amicizia e nei rapporti umani. Nel suo museo si danno ancora oggi appuntamento gli appassionati di tutto il mondo. Raccontava tanti piacevoli aneddoti e ti scoprivi bambino in un mondo incantato. La cosa che maggiormente colpiva conoscendolo è la vitalità di chi, come lui, ha avuto la fortuna di non lavorare mai un giorno, perché lo ha fatto con grande passione. La sua creatività si esprimeva nelle parole ma anche nella pittura e nella scultura di cui Alberto era grande appassionato.
Tel. 340 7444130
Sito web:
https://www.paronellipipe.com/it/

Sede: Via Pio IX, 32, Venegono Inferiore (VA) 21040
Info: Stoppani ha sede presso l'ex Liceo del Seminario Arcivescovile Pio XI, e prese il nome del sacerdote e naturalista Antonio Stoppani, il quale era un insegnante del Seminario. Al suo interno, sono esposte circa 98 vetrine costituite da pregevoli collezioni mineralogiche, paleontologiche, zoologiche e petrografiche.
Tel.: 0331867111

Sede: Viale Varese, 4, 21059 Viggiù VA
Info: La decisione del Butti di donare la propria gipsoteca al comune di Viggiù risale al 1926, come ci informa una lettera autografa dell’artista datata 20 gennaio, cui segue un atto notarile di formalizzazione a data 21 gennaio. Tale scelta è molto importante, perché ha salvato un patrimonio ragguardevole di gessi che altrimenti, secondo l’uso dell’artista, sarebbero stati distrutti. L’edificio della gipsoteca viene costruito appositamente, anche se probabilmente in quegli anni, le solite traversie burocratiche si frappongono al compimento del progetto: anche la disposizione delle opere, in origine, è studiata dallo stesso Butti, forse nel 1927. Con un’altra lettera autografa datata 16 giugno 1931, il Butti ribadisce la volontà di lasciare la gipsoteca in eredità alla comunità di Viggiù, con l’esplicita condizione che si mantenga l’ordina-mento da lui predisposto. Una prima catalogazione delle opere, per quanto sommaria, è dell’Accetti e risale al 1938: è possibile che già in quell’occasione siano sopravvenuti mutamenti nella dislocazione delle sculture. Nel 1964 all’edificio viene aggiunta una sala, che ospitava Il minatore, i rilievi del monumento a Verdi ed altri lavori.
Nel 1975-76, una ristrutturazione complessiva dell’edificio ha determinato un ulteriore riallestimento della raccolta. L’ultimo intervento avvenuto negli anni 2002-04 ha visto un adeguamento funzionale degli impianti (elettrico e di riscaldamento) ed un’opera di risanamento delle strutture con particolare attenzione ai gessi che sono stati puliti e restaurati. Inoltre si sono allestite tre nuove sale dedicate ai gessi utilizzati per la realizzazione del monumento a Giuseppe Verdi a Milano e, al piano superiore, sono stati esposti i dipinti del maestro ed alcuni bozzetti in gesso.
Tel. 0332 486510
Sito web: www.museiciviciviggiutesi.com/?page_id=484