Musei della Provincia di Varese

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Sede: Via Borgo Antico 4, 21013 Gallarate VA
Info: Il Museo Archeologico Storico Artistico della Società Gallaratese per gli Studi Patri, ospitato nel chiostro di San Francesco, raccoglie materiali e documenti che raccontano la storia della città di Gallarate e del suo territorio.
Tel. 0331 795092
Sito web:
http://www.studipatri.it/

Sede: Via Giovanni Agusta 506, 21017 Samarate VA
Info: Il nome Agusta compare sin dai primordi della storia dell’aviazione. Giovanni Agusta, nato a Parma nel 1879, già agli inizi del secolo scorso è più che un appassionato del volo. Nel 1907 progetta e realizza il suo primo velivolo, l’AG-1, un aliante biplano che compie il primo volo sulla piazza d’armi di Capua, al traino di un’automobile e il cui sviluppo proseguirà sino al 1911. Nella guerra italo-turca di quell’anno, Giovanni Agusta è in Libia come volontario, quindi viene assunto nel 1913 alla Caproni. Dopo la prima guerra mondiale, lasciata la Caproni, fonda la ditta Costruzioni Aeronautiche Giovanni Agusta, con officine a Tripoli, Bengasi e Foggia. Nel 1923 Giovanni, con la moglie Giuseppina, e i figli Domenico, Vincenzo e Mario, si trasferisce a Cascina Costa, sul campo di volo “Gaspare Bolla”, dove avvia l’attività di riparazione e revisione dei trimotori Caproni. Nello stesso anno nasce Corrado Agusta. Nel 1927 Giovanni Agusta muore prematuramente e l’azienda passa sotto la guida della moglie Giuseppina e del primogenito Domenico. A Cascina Costa l’Agusta amplia la propria attività, soprattutto dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, con aerei costruiti su licenza AVIA – FL-3 e IMAN- RO-41 e modifiche su aerei FIAT BREDA SIAI.
Tel. 0331 220545
Sito web: https://www.museoagusta.it/la-famiglia-agusta/

Sede: Piazzetta del Monastero, 21100 Varese VA
Info: Il Museo, che sorge accanto al Santuario di S. Maria del Monte, è uno scrigno d’arte dal sapore insieme antico e nuovo. Alla straordinaria collezione storico-artistica del Santuario si uniscono la raccolta di dipinti di Giuseppe Baroffio Dall’Aglio e una sezione d’arte del Novecento, nata con l’ultimo complessivo restauro del Museo. La semplice facciata, preceduta da un terrazzo che offre uno dei più bei panorami di Lombardia, nasconde una complessa articolazione su tre piani: le luminose sale novecentesche si alternano alle suggestive antiche stanze che corrono nascoste sotto al Santuario, con resti di affreschi quattrocenteschi. Immagine-simbolo del Museo è la Madonna con il Bambino di Domenico e Lanfranco da Ligurno, ai quali spetta una posizione di rilievo nell’ambito della scultura medievale lombarda. Era sul portale che fu realizzato entro il 1196 nell'ambito del nuovo Santuario, costruito sopra allo spazio poi chiamato cripta; è la prima rappresentazione della Vergine sopravvissuta in questo luogo di secolare devozione mariana. Uno dei più antichi antifonari di canto ambrosiano, con vivaci miniature della fine del XIII secolo, si accompagna all’antifonario miniato nel 1476 da Cristoforo de Predis, capolavoro di arte lombarda, con lo sfolgorante frontespizio e oltre quaranta capilettera miniati, gemme dai sorprendenti dettagli. Tracce insigni d’età sforzesca sono i dossali del coro, intagliati da Giacomo Del Maino, già attivo nella Basilica di S. Ambrogio; il prezioso paliotto donato al Santuario verso la fine del Quattrocento dal duca di Milano Ludovico il Moro, tessuto tra i più complessi e raffinati mai realizzati; il Paliotto leonardesco con l’originale ricamo imbottito raffigurante la Vergine delle Rocce, ispirato al celebre dipinto di Leonardo oggi al Louvre, qui ripreso in anni vicinissimi al modello. Un disegno con la Fuga in Egitto di Carlo Francesco Nuvolone è importante testimonianza dell'affresco che egli realizzò presso la Terza Cappella, dove ora campeggia il murale di Renato Guttuso. Grazie alla donazione di Giuseppe Baroffio Dall’Aglio (Brescia 1859 – Azzate 1929), alla cui generosità si deve la costruzione della sede attuale (1932 – 1936), e a successive minori donazioni, il patrimonio del Museo si è arricchito di una vasta quadreria, con dipinti dal XV al XVIII secolo. Il nucleo più significativo, sia per quantità che per qualità, è costituito da opere fiamminghe e olandesi, anche se non mancano autorevoli pittori lombardi ed emiliani, quali Camillo Procaccini, Girolamo Chignoli, Bartolomeo Schedoni, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Pietro Antonio Magatti, Giuseppe Antonio Petrini, Federico Faruffini. Una grande sala ospita la sezione contemporanea, nata grazie alla donazione di Monsignor Pasquale Macchi, con una sessantina di opere del Novecento a tema mariano. Artisti che in epoca recente hanno scritto in loco pagine significative (Guttuso, Bodini, Manfrini, Longaretti), si uniscono, con una felice alternanza di tecniche e stili, ad artisti amati da Paolo VI (Carpi, Consadori, Fazzini, Filocamo, Scorzelli), di cui Monsignor Macchi fu fedele segretario. Artisti varesini di nascita o d’adozione (Borghi, Frattini, Montanari, Quattrini, Tavernari) convivono accanto a maestri italiani (Biancini, Cantatore, Conti, Minguzzi, Radice, Sironi, Sassu) e ad alcuni protagonisti dell'arte europea del XX secolo (Matisse, Rouault, Buffet).
Tel. 366 477 4873
Sito web: www.museobaroffio.it/museo

Sede: Parco Toeplitz, Viale Vico 46, 21100 VARESE

Info: Il Museo Castiglioni è nato dalla donazione, alla Città di Varese, di migliaia di preziosi reperti da parte dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni. Per sessant'anni i gemelli Castiglioni hanno condotto missioni di ricerca e documentazione etnologica e archeologica soprattutto in Africa. In questo lungo periodo hanno avvicinato numerosi gruppi etnici, tecnologicamente arretrati. A titolo d’esempio ricordiamo:

– le popolazioni paleonegritiche del Nord Cameroun: Matakam, Mofou, Kapsiki ecc, e i Sombas dei monti Atakora del Togo. Presso queste popolazioni soggiornarono a lungo nel lontano 1959;
– le popolazioni nilotiche dell’alto Nilo Bianco (Mundari, Dinka, Nuer, ecc) e le popolazioni di foresta (i pigmei del Gabon, gli Ewe’ e i Fon, stanziati nell’area equatoriale del Golfo di Guinea).

Durante le spedizioni, nei deserti, nelle savane, nelle foreste e sui monti africani, i gemelli Castiglioni non solo hanno raccolto e catalogato oggetti della vita materiale e religiosa dei vari gruppi etnici, ma hanno anche realizzato precise documentazioni foto-cinematografiche. Documenti ormai irripetibili che fanno parte del patrimonio museale e che permettono ai visitatori di “immergersi” in uno mondo lontano e ormai scomparso.

Le loro ricerche sono state stimolate e guidate dalle parole di un famoso poeta e uomo di cultura africano, già Presidente del Senegal: Leopold Sedar Sehghor, il quale ha lasciato questa mirabile esortazione: “Uomini bianchi andate negli sperduti villaggi della mia terra e documentate le parole dei cantastorie, dei vecchi, di tutti i depositari di un antico sapere umano, perché quando essi moriranno sarà come se, per voi uomini bianchi, bruciassero tutte le biblioteche”. Parole di notevole forza emotiva che i Castiglioni hanno fatto loro e che li hanno sempre guidati nelle loro missioni di studio.

Tel. 334 9687111 / 0332 1692429
Sito web:https://museocastiglioni.it/

Sede: Via Marsala 11, 21036 Gemonio VA
Info: Il Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio, paese natale dello scultore cui è dedicato, viene inaugurato nel 1998 per volontà dell’amministrazione comunale in collaborazione con la Provincia di Varese e la Comunità Montana della Valcuvia, grazie ai finanziamenti della Regione Lombardia e della Fondazione Cariplo, sostenuto negli anni dall’impegno dell’artista e degli amici che ne hanno condiviso il pensiero a favore dell’arte e della sua divulgazione.
Tel. 0332 604276
Sito web:
https://www.museobodini.it/museo/

Sede: Via Giuseppe Mazzini, 23 - Castiglione Olona (VA)
Info: Un tempo storica dimora del Cardinale Branda Castiglioni è oggi sosta indispensabile per comprendere appieno lo spessore culturale di una figura storica così importante. In questo edificio si trovano le testimonianze più rappresentative del pensiero umanista del Cardinale, interpretato dalle abilità pittoriche e scultoree di Masolino e del Vecchietta. I discendenti del Cardinale hanno contribuito ad arricchire questo patrimonio, commissionando ritratti di famiglia e collezionando preziosi oggetti di arredo che oggi si uniscono alle testimonianze più antiche.
Tel. 0331 858301
Sito web: www.lombardiabeniculturali.it/blog/istituti/museo-civico-branda-castiglioni/