Il territorio gaviratese fu abitato fin dal VII millennio a.C., come dimostrato dai ritrovamenti palafitticoli sulle rive del lago di Varese. L’area dell’odierno comune venne sottoposta al dominio gallico a partire dagli inizi del IV secolo a.C. e nel corso del II secolo a.C. venne occupata dai romani, divenendo parte della provincia della Gallia Cisalpina nell’89 a.C. Relativamente al periodo alto medievale è importante il ritrovamento di un diploma dell’anno 713 in cui il re longobardo Liutprando ha legato il borgo di Gavirate al Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. Per quanto riguarda il periodo basso medievale risulta rilevante, nel XII secolo, l’insediamento di alcuni monaci dell’Abbazia di Fruttuaria nel Chiostro di Voltorre. Gavirate, a partire dal 1500, come tutto il Ducato di Milano, fu interessato da saccheggi e dalle invasioni di truppe mercenarie durante il conflitto franco-spagnolo. Nel XVI secolo, in seguito alla diffusione delle peste bubbonica, venne edificato un sito, il lazzaretto, in cui venivano seppellite le vittime dell’epidemia. Gavirate, dopo la morte del re di Spagna Carlo II e il successivo trattato di Rastadt del 1714, passò dalla dominazione spagnola a quella austriaca. Durante questo periodo, significativo è il governo di Maria Teresa d’Asburgo, nel corso del quale si ebbe una rilevante ripresa socio-economica, incentivata anche dalla creazione del primo catasto della zona. Il Governo Napoleone fece di Gavirate un centro di aggregazione distrettuale, annettendogli buona parte dei comuni confinanti, ma l’esperimento ebbe bruscamente fine nel 1815 col ritorno degli austriaci. Fu proprio l’amministrazione del Regno Lombardo-Veneto ad autorizzare l’elezione del primo Consiglio Comunale nel 1824. Nel 1927 il comune, parte della provincia di Como, passò alla neocostituita provincia di Varese. Il 12 gennaio 1927, in applicazione del R.D. 16 settembre 1927, n. 2390, a Gavirate furono aggregati i territori dei soppressi comuni di Oltrona al Lago e Voltorre, mentre il 19 maggio 1929 cedette le frazioni di Chignolo, Orocco e Picco al Comune di Comerio.
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Info: Nella frazione di Voltorre si può ammirare un insediamento monastico che si può annoverare tra i più importanti monumenti medievali del Varesotto. Il complesso, comprendente il chiostro, la chiesa, la torre campanaria e altri edifici monastici, era inserito all'interno di una corte rurale con una cinta quadrata, della quale oggi restano le due porte ad arco. Il chiostro, in stile romanico-longobardo, fu costruito verso la fine del XII secolo: viene citato per la prima volta nel 1202. Su un capitello, ora murato sotto il portico in seguito ai danni provocati dall'incendio del 1913, è riportata la firma di Lanfranco da Ligurno, mastro costruttore attivo tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, che probabilmente si occupò della sua progettazione e costruzione, oltre che della decorazione scultorea dei capitelli.
Le straordinarie decorazioni dei capitelli sono diverse le une dalle altre: l'elemento decorativo che li accumuna sono le foglie, completate con animali, figure mitologiche del bestiario e dell'immaginario medioevale, con un profondo significato spirituale.
Il monastero era un priorato, dipendente dall'abbazia piemontese di Fruttuaria a S. Benigno Canavese. In seguito, nel 1519, papa Leone X, in accordo con il priore Alessandro Sforza, lo accorpò ai Canonici Lateranensi di Santa Maria della Passione di Milano. Qui i monaci rimasero fino al 1798, quando in seguito alla chiusura dei monasteri, nel periodo napoleonico, il chiostro venne venduto a privati. Nel 1913, periodo in cui era adibito ad uso rurale, fu parzialmente rovinato da un incendio: oltre al tetto e al porticato subirono dei danni anche parte delle colonne e dei capitelli. Le parti danneggiate vennero ricostruite e sistemate, mentre i capitelli originali vennero posti sulla parete nord. A partire dai primi anni del '900 ci fu un grande interesse per la sua tutela artistica e storica, così fu acquistato e restaurato dalla Provincia di Varese. Oggi è sede di mostre e attività culturali.
Fonte: Infopoint, via Lungolago Isola Virginia, Gavirate (VA)
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E-mail: turismo@comune.gavirate.va.it
Info: IL BACIO DI ROMEO E GIULIETTA di Francesco Hayez. Il murale, di undici metri per sette, è stato realizzato sulla parete della Scuola Elementare “Risorgimento” dall’artista di origine gaviratese Andrea Ravo Mattoni e riproduce uno dei quadri più romantici del 1800. Un’intera facciata della scuola è così diventata una vera e propria opera d’arte, capace di sorprendere anche i passanti più distratti. D’altro canto è proprio questo l’intento di Andrea Ravo Mattoni che si è fatto le ossa sui muri di tante città ed oggi è uno dei writer più richiesti in Europa. Tutto è nato tre anni fa quando l’artista si è messo in testa di realizzare una pinacoteca a cielo aperto. Così i piccoli paesi di provincia sono diventati «ponti con le istituzioni museali» e i suoi murales un modo per «insegnare l’arte sulla strada». Con le bombolette spray che sono spesso guardate con sospetto e pregiudizio, riproduce l’effetto dei colori ad olio su tela ingigantendo le opere, in modo tale che le persone possano entrare all'interno dei quadri e analizzarli in ogni dettaglio. Anche a Gavirate il suo lavoro ha creato curiosità e meraviglia. Durante la realizzazione dell’opera, intorno al cantiere, si è creato un via vai di gente entusiasta che, dalla prima bozza, ha visto via via materializzarsi il murale. La scelta del quadro non è stata casuale ma ha una connessione con il territorio, come per tutte le altre opere del writer: in questo caso si tratta di un artista milanese molto conosciuto anche nella nostra zona. Al Castello di Masnago, infatti, è conservato uno dei suoi lavori più belli, la “Tamara di Giuda”».
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Info: Per lungo tempo il lavatoio di Fignano, uno dei più belli della zona, fu luogo di duro lavoro e soprattutto di incontro per le donne del rione. Venne ristrutturato nel 1980 grazie all’intento degli “Amici di Fignano”, che ancora oggi si occupano della sua conservazione. L’associazione vi allestisce il tradizionale presepe, ogni anno con un tema ed una scenografia diversa, riscuotendo sempre un largo apprezzamento per la sua bellezza. Sulla facciata del lavatoio c’è un pannello fisso con un’opera ad acrilico del pittore Renato Reggiori, che raffigura scene di vita di S. Carlo Borromeo.
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Info: Il lavatoio e l’acquedotto di Oltrona al Lago sono stati costruiti nel 1875 dal sindaco Teobaldo Garoni. La condotta partiva dalle acque sorgive delle “fontanelle”, nei pressi di Barasso. Il lavatoio ha una grande fontana in cemento, rivolta verso la piazza, sulla quale si può ammirare una testa di leone.
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Info: Nel rione di Pozzuolo, sviluppatosi intorno ad un pozzo e abitato originariamente da contadini, si può ancora ammirare l’antico lavatoio, elegante e ben conservato.
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Info: Nel 1939 venne realizzato il lavatoio coperto, nella frazione di Voltorre sulla via dei Boschetti, prendendo l’acqua dall’omonimo torrente. Il lavatoio venne poi ristrutturato negli anni ’57 e ’58.
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